Questo blog non vuol essere nient'altro che un invito: un invito a fermarsi...

Sono quella che sono...

Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non è sempre quello
Per cui faccio follie
Sono quella che sono
Sono fatta così
Che volete ancora
Che volete da me
Son fatta per piacere
Non c'e niente da fare
Troppo alti i miei tacchi
Troppo arcuate le reni
Troppo sodi i miei seni
Troppo truccati gli occhi
E poi
Che ve ne importa a voi
Sono fatta così
Chi mi vuole son qui
Che cosa ve ne importa
Del mio proprio passato
Certo qualcuno ho amato
E qualcuno ha amato me
Come i giovani che s'amano
Sanno semplicemente amare
Amare amare...
Che vale interrogarmi
Sono qui per piacervi
E niente può cambiarmi

Jacques Prévert

Amicizia


Non stare davanti a me,
potrei non seguirti;
non stare dietro di me,
potrei non esserti di guida;
ma, sta al mio fianco e
sii semplicemente mio amico.


Albert Camus

Gustav Klimt - "Il Bacio"


Ecco l’amore che non si accontenta di possedere la mente, il corpo e le attenzioni dell’essere amato, ma pretende di impregnarne l’esistenza con la propria, in una fusione di carne, sangue e di pensieri. È questo lo scambio erotico e spirituale che ha voluto rappresentare l’autore nell’opera:la compenetrazione totale in cui l’uomo resta nella donna fino alla fine. L’andamento delle linee, curve o spigolose, esprimono rispettivamente la morbidezza femminile e il rigore maschile. La coppia si struttura su uno schema piramidale (ricordo classico da cui l’autore ha preso spunto in una visita a Ravenna ai mosaici bizantini), ambientato su uno sfondo dorato che assume una prevalenza inedita e assoluta, funzionale ad accogliere e racchiudere il momento estatico dell’amore. In contrasto con quest’ultimo il prato fiorito ai piedi dei due amanti, che li lega simbolicamente alla terra. Torna quindi il tema della sintesi tra cielo e terra, realtà e utopia. Quello dell’autore è uno stile bidimensionale dove si fondono elementi naturali, geometrici e astratti. La donna risulta completamente dedita e abbandonata all’uomo, mentre quest’ultimo è proteso in avanti in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti della persona amata. L’equilibrio della loro unione è allo stesso tempo perfetto e precario, armonico e inquieto, specchio di un’epoca sospesa tra illusioni e certezze, dove l’amore sembra l’unico baluardo in cui rifugiarsi. Gli amanti raffigurati sono lo stesso Klimt e la sua compagna Emilie Floge. Isolati dal mondo in un abbraccio che è fusione sensuale e spirituale, i due amanti del dipinto celebrano il trionfo del potere dell’eros, capace di sconfiggere i conflitti tra uomo e donna, persona e natura.

www.invisiblechildren.com



se fossimo capaci di amare tutto questo non esisterebbe.

PREGHIERA PER MIO FIGLIO

Dammi un figlio Signore,
che sia abbastanza forte
da riconoscere la sua debolezza,
e abbastanza coraggioso
da affrontare se stesso
di fronte alla paura.
Dagli la forza di restare in piedi,

dopo una sconfitta onorevole,
così come la forza di restare umile
e semplice dopo la vittoria.
Dammi un figlio, Signore,

in cui i desideri non rimpiazzino le azioni,
un figlio che ti conosca e sappia
conoscere se stesso.
Fa' che percorra, Ti prego

non il sentiero dell’agiatezza
e della comodità,
ma quello dello sforzo e della sfida
nella lotta contro le difficoltà.
Insegnagli a tenersi dritto nella tempesta,

ma anche, ad aver comprensione per coloro
che sono deboli.
Dammi un figlio che abbia un cuore puro

e un ideale elevato,
un figlio che sappia dominarsi prima
di voler dominare gli altri,
un figlio che sappia ridere
senza dimenticarsi
come si fa a piangere,
senza dimenticarsi del passato.
E dopo tutto questo, Signore,

dagli, Ti prego, il senso dell’umorismo,
così che viva con serietà, ma sappia
guardare se stesso senza mai prendersi
troppo sul serio.
Donagli l’umiltà,

che gli ricordi sempre
la semplicità della vera grandezza;
l’apertura di spirito della vera sapienza,
e la dolcezza della vera forza.
E allora io, suo padre,

potrò mormorare:
"Non ho vissuto invano".

(Douglas Mac Arthur)

La Paura

Un re si imbattè in un fachiro e, per tradizione, come facevano tutti i re quando incontravano un suddito, disse: “chiedimi un favore”.
Il fakiro rispose: “Mi sembra sconveniente chiedere un favore ad un mio schiavo”.
“ Come ti permetti di parlare in modo così irriguardoso al tuo re”, lo apostrofò la guardia del corpo, chiedi scusa o sei morto”.
Il fakiro rispose: “Io ho uno schiavo che è padrone del tuo re”

“ Chi è costui?”
“ La paura” disse il fakiro.
Se ci guardiamo dentro, nelle profondità del cuore, ci troviamo faccia a faccia col fatto che siamo degli zero. Dentro siamo vuoti. Che si tratti del primo ministro o di un ciabattino, ogni uomo si sente vuoto. L’uomo non riesce a far fronte a questo vuoto. Così si crea tante immagini e fantasie su di sé ed il mondo che lo circonda. Nelle nostre relazioni, sul posto di lavoro, in società cerchiamo di essere qualcuno; cerchiamo di proiettare sui cari, sugli amici, l’immagine di una brava persona, di un uomo umile, intelligente ed integro.
Facciamo molti sforzi per mantenere intatta questa immagine. Comunque, la vita è una cosa strana, ogni volta che qualcosa si fonda sul falso, essa ci dà una mazzata, per spingerci verso la verità. Il suo sforzo costante è di mostrarci che ‘siamo uno zero’.
Quando l’immagine che hai creato dentro e fuori di te si trova di fronte alla minaccia del collasso o di andare in frantumi, allora sei preso dalla paura. Ecco perché Sri Bhagavan dice: “La mente è paura. La paura non entra mai in azione, esiste solo nell’anticipazione. La mente è un amplificatore. Controlla e manipola la vita”.
Se sapessi che è l’ultima volta
che ti guardo mentre ti addormenti,
ti rimboccherei meglio le coperte.
E chiederei a Dio di vegliare sulla tua anima.

Se sapessi che è l’ultima volta
che ti vedo uscire dalla porta,
ti abbraccerei e ti bacerei
per poi richiamarti per un altro bacio ancora.

Se sapessi che è l’ultima volta
che sento la tua voce
registrerei ogni gesto e ogni parola, così
da poterli rivedere, giorno dopo giorno.

Se sapessi che è l’ultima volta
in cui posso fermarmi per un momento,
per dirti „Ti voglio bene“
invece di andarmene, dato che lo sai,
che ti voglio bene.

Se sapessi che è l’ultima volta
che posso essere lì,
per passare la giornata con te,
perché sono sicuro che ci saranno ancora
giorni in cui potremo farlo.
E così posso lasciar trascorrere questo.

Ci sarà sempre una mattina
in cui commetteremo degli errori
e in cui avremo bisogno di una seconda possibilità
per mettere a posto le cose.

Ci sarà sempre un altro giorno
per dire „Ti voglio bene“
e ci sarà sempre un’altra possibilità
per dire “Posso fare qualcosa per te?”

Ma nel caso avessi torto
e ci fosse rimasto solo oggi
Vorrei dirti che ti voglio bene
e che spero che non ci dimenticheremo mai.

Il Domani non è stato promesso a nessuno,
giovane o vecchio,
e oggi potrebbe essere l’ultima possibilità
che abbiamo di tenerci stretta la vita.

Così perché non fai oggi
quello che rimandi a domani?
A volte Domani non arriverà mai.

Ti pentirai profondamente
di non esserti preso del tempo,
per un sorriso, un abbraccio o un bacio
e di essere stato troppo occupato,
per offrire a qualcuno
quello che poi avrebbe espresso
come ultimo desiderio.

Ricordati dei tuoi cari oggi
e sussurragli nell’orecchio,
dì loro, quanto li ami
e quanto li amerai sempre.

Prenditi il tempo per dire
„Mi dispiace“ "Ti prego ascoltami ",
"Grazie", o "E’ tutto a posto"
e se non ci sarà nessun domani
non ti pentirai di quello
che hai fatto oggi.